In Veneto dimezzata la frequenza e la dimensione degli incendi boschivi

Negli ultimi anni, nel nostro territorio, abbiamo ridotto del 50 per cento il pericolo di incendi boschivi. Questo significa che, grazie al Piano di contrasto introdotto dalla Regione del Veneto e che ora è stato aggiornato, alcuni importanti risultati li abbiamo raggiunti. Il problema non è risolto, questo è chiaro, ma è evidente che è continuamente attenzionato e che, su questo fronte, non abbassiamo la guardia”.

L’Assessore regionale alla Protezione Civile e all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, fa il punto sulla situazione degli incendi boschivi in Veneto alla luce di quanto sta accadendo nel resto della Penisola italiana “dove i roghi boschivi non accennano a diminuire tanto che la Coldiretti ha lanciato il suo ennesimo allarme, snocciolando numeri inquietanti sul fenomeno che, spesso e volentieri, si qualifica di natura dolosa”.

“La strategia regionale, – ha ribadito Bottacin – composta da tre ingredienti fondamentali (previsione, prevenzione e lotta attiva) rimane una delle armi più potenti che detiene il Veneto per contrastare gli incendi boschivi. Lo dimostrano i numeri: si è passati, infatti, da una media di 122 incendi all’anno, nel periodo antecedente al 2000, a una media di 62 incendi all’anno (-50%), nel periodo successivo al 2000.

Non solo: si è registrata anche una notevole riduzione dell’estensione media degli incendi, che è passata da 8 ettari a 3,6 ettari (-55%).

Inoltre, il personale intervenuto, sia regionale che volontario, è costantemente calato nel tempo per la miglior organizzazione del sistema, così come si sono ridotte le ore di intervento degli elicotteri regionali, con un valor medio registrato di 107 ore/anno”.

“Il continuo monitoraggio e studio scientifico del fenomeno, – ha aggiunto – ha permesso inoltre di evidenziare come, in Veneto, i periodi a maggior rischio di incendi boschivi, negli ultimi venti anni, siano stati registrati nei mesi di febbraio (253), marzo (364) e agosto (201). Le cause di origine degli incendi sono state principalmente di tipo dolose (38%), a seguire di origine colposa (25%) e naturale (5%). Il 32% delle cause rimangono classificate come dubbie”.

Il Veneto rimane una regione particolarmente monitorata su questa problematica tanto che la Protezione Civile aggiorna costantemente la mappatura con le zone che registrano uno stato di grave o bassa pericolosità: oggi, ad esempio, il bollettino non prevede il rischio di incendi boschivi. Quando invece, si segnala la pericolosità, la Protezione Civile, come previsto dal nuovo Piano, attiva tutta una serie di azioni preventive di monitoraggio grazie anche all’impiego del metodo canadese FWI (Fire Weather Index): la Regione Veneto è stata la prima Regione in Italia ad adottarlo.

“Per prevenire gli incendi boschivi, inoltre, – ha ricordato Bottacin – va detto che ciascuno di noi può e deve fare la propria parte, in termini di prevenzione e senso civico. Cerchiamo di evitare di accendere fuochi al di fuori delle aree attrezzate, di parcheggiare l’auto sopra l’erba e foglie secche, di gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi accesi e di dar fuoco a residui vegetali o forestali. Se anche ciascuno di noi farà la propria parte, insieme alle azioni che mettiamo in campo come Regione, riusciremo a superare quel 50 per cento che abbiamo conquistato in questi anni. L’ambiente è di tutti ed è importante che ci impegniamo per la sua sostenibilità e salvaguardia, anche e soprattutto per i nostri ragazzi: cerchiamo di essere per loro un buon esempio e lavoriamo per lasciare a loro un territorio più sano”.