G20 Agricoltura. Veneto, Caner: “Necessaria una politica di protezione dedicata alle denominazioni italiane”

Venezia, 16 settembre 2021

Si è svolto oggi a Firenze l’incontro dedicato al mondo dell’agricoltura dove l’assessore della Regione del Veneto, nonché coordinatore della Commissione politiche agricole, ha ribadito la centralità e l’urgenza con cui deve essere affrontata la questione del Prosek croato.

“A nome di tutte le Regioni ho chiesto di affrontare il tema del riconoscimento, che è molto delicato, prima di tutto nei confronti dei consumatori – riporta l’Assessore -. Non è infatti ammissibile che, richiedendo una menzione tradizionale, si conceda l’utilizzo di un nome che di fatto è già registrato ai sensi della normativa comunitaria ai fini dell’individuazione di uno specifico prodotto derivato da una determinata zona di produzione. Questa condotta non fa che creare confusione nel consumatore e minare le basi del sistema che regola la tutela delle indicazioni geografiche”.

“Al Ministro e al Commissario ho già annunciato che faremo opposizione nei tempi e secondo le modalità previste – sottolinea l’assessore Veneto all’agricoltura -. Se mai questo riconoscimento del Prosek dovesse passare, aprendo così pericolosamente la strada ad altri, siamo pronti a richiedere, a nostra volta, la menzione tradizionale anche per il Tocai. Questo vino, storicamente prodotto all’interno della denominazione delle terre delle Venezie, tra Veneto e Friuli, appartiene storicamente alla nostra Regione”.

Durante l’incontro con il Ministro delle Politiche agricole, il Commissario europeo per l’Agricoltura e gli assessori della Commissione, sono state discusse anche le politiche di sviluppo rurale e il ruolo istituzionale e partecipativo delle Regioni.

“Nella nuova politica di sviluppo e nei nuovi regolamenti europei, le Regioni devono mantenere il loro ruolo di Autorità di gestione del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) per definire le politiche future legate al sostegno del settore primario – conclude l’Assessore -. Altrimenti si corre il rischio di perdere la conoscenza della storia, dell’identità e delle specificità dei territori individuando soluzioni a tappetto che spesso rischiano di non accontentare tutti”.