Dissesto idrogeologico, Veneto. Lorenzoni accusa, Bottacin risponde

Assessore all’Ambiente Bottacin: “Non conosce il piano d’Alpaos da 3,2 miliardi? Per la mitigazione del rischio negli ultimi 2 anni avviati 2.221 cantieri per quasi 700 milioni”

Venezia, 8 ottobre 2021

“Ho letto con stupore le imbarazzanti dichiarazioni, frutto di un approccio estremamente superficiale, del portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale Lorenzoni. Visto l’importante e delicato ruolo che ricopre, forse qualche approfondimento serio in più da parte sua, non sarebbe guastato”.

Inizia così la replica dell’Assessore all’Ambiente della Regione Veneto, alla polemica in materia di dissesto idrogeologico lanciata dal portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale.

“Lo invito pertanto – aggiunge l’Assessore – a studiarsi il “piano Casarin D’Alpaos” da 2,5 miliardi di euro, approvato dalla Giunta regionale con la delibera 1643/2011, e successivamente ampliato fino al valore di 3,2 miliardi di euro, predisposto con il fondamentale intervento di un luminare in campo idraulico dell’Università di Padova, quale è il professor D’Alpaos, e che abbiamo avviato con opere già realizzate in questi anni o in fase di realizzazione per oltre un miliardo e mezzo di euro”.

“La bontà del prezioso lavoro svolto dalla Regione a seguito di quel piano – fa notare l’Assessore – è dimostrata dal fatto che sia con Vaia nel 2018, sia nello scorso dicembre 2020, è piovuto più del 1966 e molto più del 2010, ma non ci sono stati né i cento morti del 1966, né mezzo Veneto allagato come nel 2010. Se lo speaker Lorenzoni avesse l’umiltà di studiare i documenti della Regione, cosa che dovrebbe essere normale per un consigliere nel suo ruolo, scoprirebbe quel piano e anche che, negli ultimi due anni, sono stati avviati 2221 (!!) cantieri per la mitigazione del rischio per un valore di quasi 700 milioni di euro”.

“Fra l’altro – prosegue l’Assessore – quanto egli oggi dichiara è già stato da tempo ampiamente smentito da professori assolutamente esperti in materia. Il professor D’Alpaos, artefice di quel piano, ha più volte evidenziato che la Regione sta recuperando il tempo perduto in anni e anni di amministrazioni precedenti. Anche il professor Maschio, responsabile del corso di Ingegneria della Sicurezza e componente della Commissione Grandi Rischi del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, ha espresso parole di elogio verso la Regione Veneto dopo Vaia. Lo stesso dicasi relativamente al professor Casagli, ordinario di Geologia Applicata all’Università di Firenze e presidente dell’OGS di Trieste. Il prof. Borga, docente di idrologia presso l’Università di Padova, proprio sulla stampa odierna sottolinea, esattamente al contrario di quanto sostiene Lorenzoni, come la tempesta Vaia sia stata un evento molto intenso con danni importanti in termini di distruzione delle foreste, ma che hanno avuto un impatto in termini di perdite di vite umane molto ridotto rispetto a ciò che sarebbe potuto accadere solo qualche decennio fa, con un evento di proporzioni simili. Questo significa che nonostante la maggiore vulnerabilità del territorio, ci siamo dotati di strumenti migliori – previsioni efficaci, una Protezione civile che funziona – per limitare i danni”.

“A Lorenzoni – conclude l’esponente di Palazzo Balbi – vorrei infine ricordare le parole del presidente della Repubblica Mattarella il quale, a Belluno nel 2019, ha dichiarato che la Protezione Civile del Veneto aveva dato una lezione di Protezione Civile a tutta Italia soprattutto in termini di prevenzione. Se il piano che noi abbiamo predisposto e che Lorenzoni sembra ignorare è stato avviato con oltre 1,5 miliardi di euro e vale complessivamente 3,2 miliardi di euro significa che moltissimo è stato fatto. Certo, resta ancora del lavoro da fare, ma i fatti dimostrano che la strada segnata è quella giusta, altro che assenza di pianificazione!”