Poliziotto sotto processo vince la causa in primo grado, ma le spese legali sono insostenibili, urge un fondo dedicato

“Ieri, a Padova, l’ultimo caso di un agente uscito vittorioso da un giudizio seguito ad accuse piombategli addosso solo per aver svolto il proprio lavoro. Non avevamo dubbi, perché conosciamo professionalità e dedizione dei colleghi che sono gli unici ‘colpevoli a prescindere’ in questo strano paese, che pretende tutto e non da loro ciò che meriterebbero, compresa la tutela necessaria a fronteggiare insidie, incidenti e grane che sono all’ordine del giorno per chi veste la divisa. Il collega, intanto, lungi dall’essere uscito da un incubo, dovrà lottare ancora, mettendo a dura prova la propria resistenza personale, professionale, familiare ed economica. L’ingiustizia di questo stato di cose è talmente evidente che non si può più fingere di ignorare la necessità di un serio intervento in materia. Non si può chiedere a chi guadagna 1400 euro al mese di anticipare le importanti somme necessarie a coprire processi spesso infiniti, che poi non verranno mai neppure risarcite per intero nonostante i poliziotti ne escano nella quasi totalità dei casi assolti ma distrutti. Ecco perché troviamo totalmente condivisibile l’idea manifestata dal sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, che come Fsp proponiamo da tanto, di un fondo ministeriale che serva a coprire le spese legali dei servitori dello Stato”.

Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, commentando un primo esito giudiziario per un poliziotto della Questura di Padova che si è visto accogliere dal giudice di pace un ricorso amministrativo contro una sanzione subita a seguito di un incedente stradale avvenuto mentre era impiegato in una delicata operazione antidroga nel centro della città. L’agente, adesso, dovrà subire un ulteriore processo, in sede penale “con un aggravio enorme in ogni ambito – spiega Luca Capalbo, Segretario provinciale Fsp Padova -, specie sul piano economico. Ecco perché sosterremo le spese per il collega, che ha già ottenuto ragione in una prima sede grazie all’assistenza dell’avvocato Pierilario Troccolo. Accogliamo con grande soddisfazione la pronuncia del giudice che ha dato il giusto peso alle condizioni di emergenza nelle quali il collega si è trovato ad operare all’epoca dei fatti, e adesso speriamo che anche in sede penale prevalga il medesimo principio. Come sindacato di polizia noi ci saremo fino alla fine”.