Restauro Arena di Verona, ultimati i primi tre nuovi bagni. Sindaco: “Intervento all’avanguardia e che rispetta il monumento” – Prima e dopo

Se tornasse adesso, il cantante Elton John non crederebbe ai suoi occhi. Bagni così, in Arena, nessuno li avrebbe mai immaginati. Belli, funzionali, moderni, tecnologici e rispettosi delle nuove norme igienico sanitarie post Covid.  L’ultimo intervento realizzato nell’anfiteatro attraverso l’Art Bonus, è il rifacimento dei servizi igienici interni al monumento, indispensabile a causa del grave stato di degrado in cui versavano da anni, tanto che gli ultimi lavori sono datati anni Cinquanta. Due anni fa, in occasione del suo concerto in Arena, il cantante inglese non aveva mancato di esprimere il suo disappunto per le condizioni dei bagni, una sfida subito colta dall’Amministrazione per accelerare il più possibile i tempi del cantiere che era già avviato.

Si tratta di un progetto dal design altamente innovativo, così come avveniristica è stata la sua realizzazione, effettuata completamente in fabbrica per non toccare in alcun modo la muratura storica, oggetto di tutela.

Sono dieci i bagni oggetto del nuovo look, sui 15 totali presenti in Arena. Tre sono già pronti ed entreranno in funzione tra qualche giorno dopo il collaudo, gli altri sette saranno completati tra poco più di un anno. Il costo dell’opera è di circa un milione di euro. Le fasi dell’intervento riguardano la preliminare realizzazione delle infrastrutture impiantistiche, la sigillatura a protezione dalle infiltrazioni degli agenti atmosferici delle gradinate ed il restauro conservativo delle murature degli arcovoli destinati ad ospitare i servizi igienici. Terminate le opere propedeutiche si procedere con l’assemblaggio e l’allacciamento della cellula che ospita il bagno.

Il progetto.
La necessità di rispettare il vincolo costituito dalle preesistenze storiche dell’anfiteatro romano, soddisfacendo nel contempo le esigenze connesse alla fruizione turistica ed allo svolgimento delle attività artistiche ha reso necessaria l’ideazione di un progetto dal design altamente innovativo. Si tratta della realizzazione di un sistema modulare componibile autoportante, totalmente reversibile, costituito da elementi assemblati in sito, in grado di inserirsi in un contesto così particolare come quello degli “arcovoli” dell’Arena, senza toccare letteralmente la tessitura muraria storica, oggetto di tutela.

La cellula funzionale.
E’ in assoluto l’elemento più rilevante della progettazione, studiato per garantire le migliori prestazioni dal punto di vista igienico-sanitario e tenendo conto del grande afflusso di utenti previsto.

Le valutazioni preliminari, condotte di concerto con la Soprintendenza, hanno portato allo sviluppo di cellule autoportanti chiuse ed isolate, realizzate con l’assemblaggio a secco di elementi prefabbricati, in grado di sopportare l’usura elevata cui saranno sottoposte. Il sistema di accesso è stato automatizzato per favorire i flussi del pubblico e l’accesso ai disabili. La cellula funzionale è costituita da una struttura modulare esterna ad elementi prefiniti in alluminio, rivestita a parete con una lamina in gres porcellanato in finitura tipo “corten” graffiata ed antiusura, alternata ad una superficie di rivestimento a specchio nella zona dei lavabi. Il piano di calpestio è realizzato tramite un pavimento tecnico sopraelevato, con sistema di sigillatura atto a garantire la tenuta stagna: la superficie prevede la collocazione di un pavimento in lastre calpestabili di gres porcellanato con finitura tipo “corten” e texture superficiale antisdrucciolo.

I sanitari sono in acciaio inox, come pure i lavabi, la rubinetteria e gli accessori, scelta funzionale a garantire la massima durabilità in relazione all’estrema intensità dell’utilizzo previsto e per favorire la resistenza ad eventuali atti vandalici: è previsto anche un sistema di asciugamano a lama d’aria, rubinetteria e dispenser di detergente contactless, dal design originale, volto ad ottimizzare l’utilizzo nel momento del massimo afflusso ed evitare il contatto con le mani.

Di ultima generazione anche le componenti impiantistiche, comprese quelle per la ventilazione. Completa l’intervento la collocazione di una rete metallica a controsoffitto, che cela la presenza delle apparecchiature e della pannellatura acustica a soffitto. L’illuminazione è realizzata tramite corpi illuminanti che portano luci a led di bassa intensita’ ed evocano l’atmosfera delle luci tra il pubblico nella serata dedicata alla lirica.

Quanto alle dotazioni dei servizi igienici, le uniche differenze riguardano i due bagni riservati alle maestranze e agli artisti, in cui sono presenti anche le docce.

I nuovi servizi igienici sono stati presentati oggi dal sindaco Federico Sboarina e dall’assessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto. Presenti l’architetto Mario Bellavite che ha progettato l’intervento, e Peter Serini della ditta Sever che ha eseguito il lavoro.

“Con l’Art Bonus non solo stiamo restituendo l’arena alla sua originaria bellezza, ma la stiamo dotando di servizi moderni e adeguati alle attuali esigenze – ha detto il sindaco -. Senza mai trascurare il valore storico, artistico e architettonico del monumento, che prima ancora di essere il teatro all’aperto più famoso del mondo, è un momento di valore inestimabile. Per questo interveniamo con ‘dolcezza’, preservando al massimo le sue caratteristiche e le peculiarità. I bagni erano davvero in condizioni non più adeguate, questo intervento doveva essere fatto molti anni fa, oggi lo realizziamo con una visione davvero innovativa. Sono certo che Elton John apprezzerebbe, non vediamo l’ora che torni a cantare su questo palco”.

“Un lavoro ingegneristico di altissimo livello – ha aggiunto Zanotto -, che rimoderna completamente i bagni senza intaccare la parte di muratura esistente. Massima attenzione è stata date alle nuove esigenze igienico-sanitarie, ogni passaggio è completamente automatizzato, pensato anche per rendere più veloce il tempo di permanenza nei bagni da parte degli utenti. Siamo davvero orgogliosi del risultato, raggiunto davvero in pochi mesi, non dimentichiamoci che il cantiere è al massimo della produttività solo nei mesi invernali”.

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