Salute come volano della crescita economica. Sanità nuovo fulcro per ripartire

Le indicazioni della Winter School di Motore Sanità. Zanon: spesa sanitaria sia sganciata dal PIL Un
decalogo per ripartire
Torino, 30 marzo 2021 – L’edizione 2021 della Winter School di Motore Sanità “Call to Action per
un SSN innovativo e resiliente… se correttamente finanziato”
, organizzata con il contributo
incondizionato di Becton Dickinson, Shionogi, Astellas, Gilead, Teva, Abbott, Angelini Pharma e
Siemens healthineers, ha dettato i nuovi parametri di quella che deve essere la futura gestione della
spesa sanitaria.

L’intenso programma di lavori ha prodotto una radicale riflessione sui cambiamenti da apportare
alla Sanità, processo che deve partire dalle modalità più opportune per rinforzare i finanziamenti al
SSN, passa per l’impiego degli stanziamenti che arriveranno dal Recovery Fund e arriva alla
distribuzione paritaria dei fondi tra le varie regioni.

Più risorse economiche, più risorse umane, tecnologie innovative e una riorganizzazione
complessiva per una Sanità più forte, flessibile, efficiente ed efficace. La salute non può più essere
pensata come un puro costo che grava sulle spalle degli della collettività: va metabolizzato il
concetto che senza salute l’economia è destinata ad affondare, viceversa una governance della
Sanità al passo coi tempi produce crescita.

Si è trovato un consenso tra tutti i relatori nel puntare a rendere la spesa sanitaria indipendente dal
PIL, perché il settore sanitario deve poter assicurare il diritto costituzionalmente sancito della salute
pubblica in maniera appropriata e costante a tutti i cittadini indipendentemente dalle fluttuazioni
di stato. Pertanto la spesa deve essere quella necessaria e non può più essere legata a parametri di
sostenibilità.

La Winter School di Motore Sanità ha visto confrontarsi alcuni tra i più rilevanti stakeholder,
protagonisti delle scelte di politica sanitaria, e della clinica, mettendo a nudo la necessità di ridefinire
dalle fondamenta il finanziamento della sanità complessiva, non solo pubblica ma anche e
soprattutto mettendo a fuoco il ruolo della compartecipazione dei privati, cittadini, imprese,
industria del farmaco e dei dispositivi, start-up e player nei comparti innovativi, anche in
considerazione del ruolo chiave dei finanziamenti, leggi Recovery Fund, Next Generation EU. Finora
il fondo sanitario nazionale ha stanziato per il 2021, con altre integrazioni, 121,3 miliardi rispetto ai
115,4 miliardi che erano stati stanziati per l’anno pre pandemico 2019, e ai 112,7 miliardi per il 2018.
Dal 2000 al 2008 il fondo sanitario è aumentato del 3% l’anno, più del PIL quindi. Ma i fondi vanno
anche opportunamente gestiti e impiegati, ed è questo il punto.

È emerso inoltre come vada urgentemente riorganizzato il Servizio Sanitario Nazionale sia
nell’ambito ospedaliero che nell’ambito territoriale, nella sua funzione di prevenzione oltre che di
diagnosi e cura anche per poter affrontare al meglio quelle che saranno le prossime sfide, comprese
le eventuali nuove pandemie. La sanità del futuro sarà legata alla riorganizzazione della medicina
territoriale partendo dal principio che le cure domiciliari anche complesse sono un diritto del
cittadino, così come l’accesso al pronto soccorso e il ricovero in ospedale. La medicina territoriale
deve diventare un diritto costituzionale del cittadino. Occorre effettuare in tempi rapidi una
riorganizzazione, permettendo agli ospedali di avere una riserva di posti letto e soprattutto una
dotazione organica maggiore di quella che hanno, anche perché se si dovesse andare incontro a
qualche recrudescenza pandemica, non possiamo più pensare di interrompere la cura delle altre
patologie, come purtroppo troppe volte è avvenuto in questo ultimo anno.

Altro concetto messo a fuoco è stato quello della sanità green: la necessità di ripensare la sanità in
termini ambientali. Questo perché la sanità può essere energivora. Non dimentichiamoci poi che il
cambiamento climatico è una concausa delle infezioni, delle pandemie e dell’aumento di mortalità
a cui stiamo assistendo negli ultimi anni. Evolvere verso una economia più green aiuterà ad avere
meno pandemie.

IL DECALOGO DELLA WINTER SCHOOL 2021 DI MOTORE SANITÀ

Il SSN negli ultimi anni non ha avuto finanziamenti adeguati ai bisogni. È necessario quindi
rifinanziare correttamente, secondo un principio non solo legato al PIL, utilizzando il Recovery
Fund e rendendo l’aumento del finanziamento sostenibile con stanziamenti adeguati nei prossimi
anni. Questo il decalogo scaturito dal confronto tra gli esperti

  1. La ripartizione del fondo nazionale tra le Regioni va rivisto. Occorre assicurare la
    copertura dei LEA con il concetto dei costi standard con quota procapite derivata dalla media delle
    3 regioni più virtuose. Il resto dovrebbe essere una quota variabile legata al raggiungimento di
    obiettivi concordati tra Stato Centrale e Conferenza Stato/Regioni. Ma centrale dovrà essere
    considerato il percorso di cura e non le prestazioni come attualmente avviene nel Ns sistema
    remunerativo a SILOS.
  2. Fondamentale raccogliere dati di REAL WORLD oggi difformi in tutto il territorio Nazionale,
    poiché misurati diversamente nelle varie realtà regionali, attraverso registri e metodologie da
    rivedere. Questo per consentire a chi deve effettuare programmazione e rendicontazione di avere
    indicatori efficaci, confrontabili e misurabili.
  3. Si impone il rilancio della Medicina Territoriale, partendo dal concetto che l’assistenza domiciliare
    anche complessa è un diritto costituzionale del cittadino. Vanno potenziati: i team
    dell’assistenza domiciliare, la gestione della presa in carico territoriale coordinata dal distretto
    Socio Sanitario e il coordinamento tra Ospedale e Territorio utilizzando le nuove tecnologie digitali
    della sanità.
  4. La riorganizzazione della Rete Ospedaliera deve superare il DM 70 e dotare gli ospedali
    di una riserva emergenziale di posti letto e di una adeguata implementazione di risorse umane,
    con un’organizzazione flessibile sia per gli spazi che per il personale.
  5. Gestire al di fuori degli ospedali tutte le situazioni croniche per quanto possibile, a partire dagli
    screening, dalla rapida presa in carico iniziale, dai follow up, per finire alle terapie di supporto e
    terapie palliative. La telemedicina e gli ospedali virtuali (di cui esistono esempi efficaci realizzati
    all’estero) ne possono coadiuvare l’azione.
  6. Prevedere concreti piani nazionali e regionali di prevenzione per affrontare le
    attuali e future pandemie, che consentano anche di evitare il procrastinare delle diagnosi e cure
    delle altre patologie chirurgiche e mediche.
  7. È necessario impiegare una parte sostanziale del Recovery Fund nella ricerca delle scienze
    biomediche per implementare la diagnosi e la terapia per una medicina di precisione con l’ausilio
    della genetica molecolare.
  8. Occorre riprendere l’azione diagnostica e terapeutica per le patologie croniche facendo
    emergere il sommerso, come nel diabete o nell’HCV, per curare la popolazione che non è
    cosciente di essere ammalata, che sottovaluta le possibili complicanze della malattia o non rispetta
    l’aderenza ai piani di cure. Gli obiettivi “HCV zero” e accesso semplificato alle cure innovative delle
    patologie croniche non sono procrastinabili.
  9. È necessario sburocratizzare il SSN semplificando i percorsi, pensando prima all’utente e poi
    alla tutela del SSN. A partire dal concetto di ruoli e funzioni (chi fa che cosa per i MMG, per le
    Farmacie dei Servizi, per nuovi team di cura come le USCA) iniziando da alcune cose semplici
    come l’affidamento di alcune terapie diffuse anche alla medicina territoriale (NAO, antidiabetici
    glifozinici e incretinici, etc.). Il percorso che il malato dovrà fare deve essere codificato dall’inizio
    alla fine riscrivendo i PDTA con ruoli chiari e budget di presa in carico correttamente distribuiti in
    base al percorso studiato (percorso e non prestazioni come nel sistema remunerativo a SILOS).
  10. È necessario agire anche attraverso il SSN alla lotta contro il cambiamento climatico con
    soluzioni che non solo aggiungono nuove pratiche green, ma che tolgono anche pratiche nocive.
    Azioni da intraprendere subito sono: diminuire la fame di energia ed il consumo di materiale ad alto
    impatto ambientale nelle strutture di cura, richiedere un certificato green per le aziende nei
    capitolati d’appalto, una movimentazione sostenibile e una presa in carico
    trasversale del paziente con utilizzo di strumenti innovativi come la telemedicina, la ricetta
    elettronica, la consegna a domicilio dei farmaci e progetti quali l’ospedale virtuale